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La Cina è sempre più attratta dai prodotti Made in Italy

La Cina è sempre più attratta dai prodotti Made in Italy

Cresce la domanda dei consumatori cinesi per il cibo e la cucina italiana, considerati come prodotti di qualità e di lusso. Le cifre importanti aprono a uno scenario molto interessante per questo settore.

Nel 2015 è stato un anno da record per le esportazioni del settore alimentare italiano. Coldiretti comunica che le vendite sono cresciute del 22%, superando per la prima volta la soglia dei 400 milioni di euro. Il prodotto più esportato rimane il vino, seguito a breve distanza dall’olio di oliva e dai prodotti ortofrutticoli, distaccata invece è l’esportazione di formaggi e i salumi. Fra i nuovi prodotti che offrono ampio margine di crescita c’è il cioccolato, l’Italia è i primo paese fornitore per la Cina con un continuo aumento nelle esportazioni, e il gelato. Infatti i consumatori cinesi stanno diventando dei veri e propri intenditori in questo campo, richiedendo sempre di più un prodotto di qualità, non paragonabile al prodotto nazionale.

Tutti i prodotti italiani si collocano nella fascia medio-alta del mercato, rappresentando un vero e proprio sinonimo di qualità e lusso, grazie all’esponenziale aumento del benessere della popolazione cinese e alla rimozione delle barriere doganali e fitosanitarie, il gigante orientale diventa anno dopo anno una grande opportunità per tutte le aziende italiane che intendono imbattersi in una nuova avventura commerciale.

Le linee politiche di Hong Kong per il 2016

Le linee politiche di Hong Kong per il 2016

Il 13 Gennaio 2016 il governatore della regione amministrativa di Hong Kong, C.Y. Leung, ha definito l’annuale linea politica di Hong Kong per quanto riguarda le opportunità che Hong Kong intende sfruttare per il suo futuro. Il 2015 ha visto la creazione di due uffici governativi interamente dedicati allo sviluppo del settore dell’ICT: l’Information and Technology Bureau e l’Academy of Sciences of Hong Kong, a questi si va ad aggiungere l’apertura di un laboratorio di ricerca da parte di due celebri istituti tecnologici, Karolinska Institutet of Sweden e il Massachussets Institute of Technology.

 

Leung ha annunciato lo stanziamento di HK$ 5 miliardi (circa €595.63 milioni) che saranno interamente dedicati allo sviluppo dell’ICT ad Hong Kong. L’investimento sarà suddiviso come segue:

  • HK$ 2 miliardi (circa €238.25 milioni) saranno destinati all’Innovation and Technology Bureau, per facilitare la commercializzazione della ricerca e incoraggiare la creazione di un numero sempre maggiore di borse di studio per le università, in moda tale da implementare i già presenti programmi di ricerca applicata e la creazione di nuovi.
  • HK$ 2 miliardi (circa EUR 238,25 milioni) per la creazione di un Fondo di Venture Capital destinato a finanziare il 50% degli investimenti in capitale a rischio di startup del settore Innovazione e Tecnologia.
  • Il governo continuerà a incentivare le startup di tutti i settori e qualsiasi sia il proprio stage di sviluppo tramite l’Hong Kong Science Park e il Cyberport. In particolare al Cyberport saranno destinati HK$200 milioni (circa € 23.82 milioni), da investire in startup del settore informatica e per lo sviluppo di nuovi cluster nei settori “e-commerce” e “tecnologia finanziaria”.
  • HK$ 500 milioni (circa €59.56 milioni) per la creazione di un Fondo destinato al settore Innovazione e Tecnologia per il miglioramento della qualità della vita.  Il fondo finanzierà i progetti ed idee che saranno in grado di migliorare la vita di tutti i giorni in numerose aree di applicazione, con particolare riguardo ai settori comunicazione, trasporti, ordine pubblico, sanità, ambiente, istruzione, ordine pubblico, spesa in prodotti di consumo e sicurezza alimentare.
  • La reindustrializzazione è un settore in forte crescita e ha tutte le potenzialità per favorire la crescita economica nella regione. In merito a ciò il governo e i diversi parchi scientifici e tecnologici di Hong Kong hanno revisionato le proprie politiche industriali, per favorire lo sviluppo di produzioni automatizzate e attirare industies high tech ad alto valore aggiunto nel prodotto e nel processo di manifattura. L’ Hong Kong Productivity Council intende supportare sia lo sviluppo che la trasformazione industriale, aiutando la reindustrializzazione per la creazione di prodotti con un alto valore aggiunto.

Hong Kong sfrutterà al massimo i vantaggi derivati dalla formula “Un Paese, Due Sistemi” (la famosa soluzione politica proposta nel 1979 da Deng Xiaoping nell’ambito delle trattative tra Repubblica Popolare Cinese e Regno Unito che sintetizza il concetto dell’unicità della Cina come soggetto politico all’interno del quale possano esistere aree amministrate con un differente ordinamento istituzionale e sistema economico) per cogliere le opportunità offerte dal 13esimo piano quinquennale del governo cinese e dal progetto geostrategico denominato la “Nuova Via della Seta” (One Belt One Road), che vedrà il suo adempimento nel lungo periodo. Il programma avveniristico, che il governo di Pechino si impegna ad iniziare già da quest’anno, si svilupperà sia via terra (con la New Silk Road Economic Belt) sia via mare (con la 21st Century Maritime Silk Road), lo scopo sarà quello di integrare maggiormente la Cina ai paesi attraversati dalle antiche rotte commerciali. A questo proposito il “Chief Executive” di Hong Kong. Mr. C.Y. Leung, ha proposto la creazione di un comitato direttivo con il compito di ideare ed implementare strategie ed iniziative che consentano ad Hong Kong di partecipare attivamente al programma di realizzazione della Nuova Via della Seta. Il primo atto è la costituzione del “Belt and Road Office”, il cui compito sarà quello di coordinare l’azione fra i dipartimenti governativi e le organizzazioni pubbliche e private operanti sia a Hong Kong che in Cina. Inoltre Hong Kong sta partecipando attivamente ai lavori preliminari per l’istituzione dell’Asian Infrastructure Investment Bank (AIIB), che rappresenterà il motore finanziario di tutto il progetto. Hong Kong ha manifestato la propria intenzione di partecipare attivamente all’AIIB ribadendo la volontà di fornire anche le proprie competenze in materia arbitrale e di mediazione.

 Hong Kong punta inoltre a consolidare ed espandere il suo ruolo di centro finanziario internazionale grazie all’implementazione di nuove formule per il finanziamento delle infrastrutture ed il rafforzamento del settore del “risk management”. A fare da corollario il naturale rafforzamento del ruolo di centro “offshore” per tutte le transazioni commerciali/finanziarie in Renmimbi (RMB) fuori dal territorio cinese.

Altri programmi degni di nota:

  •  HK$ 400 milioni (circa 47.65 milioni) saranno destinati all’iniziativa CreativeSmart per lo sviluppo di imprese culturali e creative e, in particolare, sostenere startup e talenti personali.
  • L’apertura di sei nuovi uffici in Cina per favorire una maggiore cooperazione economica. Inoltre due nuovi uffici per lo sviluppo dell’economia e del commercio verranno aperti, rispettivamente in Indonesia e in Corea del Sud.
  • Proseguono gli sforzi del governo per rendere la metropoli più “age friendly”, migliorando la sicurezza e i servizi per gli anziani, sia nei luoghi pubblichi che privati, con ulteriori strutture dedicate e il loro coinvolgimento nel mondo del digitale.
  • Sono state avviate le procedure legislative per la messa al bando del commercio di avorio a Hong Kong, con l’imposizione di pesanti pene sul contrabbando e il commercio illegale di prodotti derivati da specie in via di estinzione.
  • Sono state allocate risorse addizionali per l’implementazione di una strategia e un piano d’azione sulla biodiversità, per proteggere gli ambienti naturali.
  • Il governo condurrà una consultazione pubblica nella prima metà dell’anno prima di promulgare il progetto per lo sviluppo dell’isola di Lantau.
  • Saranno destinati HK$300 milioni (circa €35.74 milioni) da elargire in sovvenzioni paritarie per lo sviluppo dell’Arte.
  • Sarà creato una commissione sportiva per sorvegliare i regolamenti degli sport all’interno della città.
  • Il governo si impegna a progressivamente raddoppiare il numero degli Hotspot Wi-Fi gratuiti presenti a Hong Kong, portandoli a un totale di 34 000 entro 3 anni. Il comitato per l’innovazione e la tecnologia, in cooperazione con gli istituti di ricerca pubblici e privati, studiarà lo sviluppo della “smart city”, che includerà la fornitura di servizi Wi-Fi alle fermato degli autobus e all’interno dei centri commerciali.

In fine, Leung si è impegnato a garantire i valori fondamentali sui quali Hong Kong si fonda: diritti umani, libertà, democrazia e trasparenza governativa. Ha anche promesso di implementare il principio di “un paese, due sistemi” –  “Hong Kong è amministrata dalla popolazione di Hong Kong e gode di un alto grado di autonomia, in accordo con la sua costituzione.”

La nuova FOOD SAFETY LAW Cinese

GN Lex

International Law Firm

La nuova FOOD SAFETY LAW Cinese

L’Assemblea Nazionale del Popolo Cinese ha recentemente approvato la legge sulla sicurezza alimentare la cui ultima versione risaliva al 2008. La novellata normativa (che entrerà in vigore dal 1 ottobre 2015) oltre a prescrivere rigidi accorgimenti che sicuramente avranno un forte impatto sulle imprese alimentari (sia quelle locali che quelle straniere), presenta numerose novità collegate al mutato scenario socio-economico (mi riferisco, in particolare, alla rafforzata tutela del consumatore, scelta che sicuramente dipende dalla PRChina Law for protection of rights and interests of the consumers entrata in vigore nel 2014 ma soprattutto alle numerose disposizioni dedicate alla vendita di prodotti on-line che, come sappiamo, rappresenta una delle modalità più diffuse oltre la Grande Muraglia).

La novellata legge introduce disposizioni che aggravano la responsabilità dei produttori di alimenti e delle amministrazioni locali e, nel contempo, enfatizza il ruolo di controllo dei cittadini nel vigilare su comportamenti lesivi della sicurezza nel campo alimentare (questa scelta, non nuova nel panorama giuridico cinese, conferma il ruolo di primaria importanza che il Governo assegna alla sicurezza alimentare che, per tale motivo, viene affrancata dal ruolo di materia riservata alla gestione pubblica per diventare “res publica” nel senso di bene comune, alla cui tutela e preservazione devono concorrere non solo gli apparati statali pubblici ma anche i singoli cittadini) (1).

Il previgente sistema era rallentato dall’eccessiva burocrazia in quanto differenti autorità era deputate a controllare specifiche fasi del ciclo produttivo alimentare, dalla produzione fino alla distribuzione e ristorazione. La nuova legge ha semplificato tale modello attribuendo tutte le funzioni di controllo ad un’unica autorità (la CFDA China Food and Drug Administration).

1 Una analoga procedura era stata sperimentata nel 2009 in tema di controllo dei cittadini sul rispetto dei limiti massimi di inquinamento dell’ambiente consentiti dalla normativa cinese. In base alle citate disposizioni, qualunque cittadino avesse notizia di un’attività industriale svolta in dispregio dei limiti massimi di inquinamento ambientale imposti dalla legge locale, aveva il dovere di segnalare / denunciare tale circostanza alle competenti autorità affinché queste potessero prendere i provvedimenti del caso.

Sempre nell’ottica della semplificazione, la nuova legge ha abolito le diverse licenze (tre) che erano necessarie per produrre cibo (quella per la produzione, quella per la circolazione e infine quella per i servizi di ristorazione) sostituendole con la sola licenza per “la produzione e operatività”.

La rafforzata tutela del consumatore e il coevo intendimento di forte contrasto degli scandali alimentari si sono tradotte in un inasprimento della responsabilità che la nuova legge pone a capo delle aziende che producono prodotti alimentari, stabilendo che esse debbano assumere operatori della sicurezza alimentare in possesso di una speciale abilitazione riconosciuta a livello nazionale; è stato altresì istituito un sistema di monitoraggio degli scandali alimentari che consente, attraverso una speciale forma di archiviazione, a tutti i consumatori di conoscere on-line i dati identificativi dei produttori che siano stati coinvolti in scandali alimentari o siano stati sanzionati per il mancato rispetto delle norme poste dalla nuova legge sulla sicurezza alimentare.

Sempre nell’ottica di offrire un’ampia e strutturata tutela ai consumatori si pone la norma che impone alla aziende che producano latte in polvere per bambini l’obbligo di registrare tutti gli ingredienti, le formule e le etichette presso la sede locale della CFDA.

Per quanto riguarda le vendite di prodotti alimentari on-line, la legge prevede che anche i gestori delle piattaforme on-line che intendano offrire la vendita di prodotti alimentari debbano essere in possesso della licenza di produzione e operatività (di cui abbiamo parlato sopra) e che nel caso di violazione delle norme sulla sicurezza alimentare il gestore della piattaforma sarà responsabile in solido con il produttore per tutti i danni subiti dal consumatore.

La nuova legge stabilisce che i venditori di prodotti alimentari sono obbligati a fornire il nominativo, l’indirizzo e i contatti del distributore del prodotto; inoltre i produttori saranno tenuti a creare un sistema di tracciabilità del prodotto adeguatamente affidabile e dovranno altresì sottoscrivere una polizza assicurativa circa la sicurezza del proprio prodotto alimentare mentre gli esportatori dovranno generare un sistema che consenta di verificare se/come i loro prodotti rispecchiano gli standard della legge cinese mentre nel caso in cui la vendita avvenga on-line, dovranno ottenere anche essi la già citata licenza per la produzione e operatività.

Le etichette dei prodotti di importazione dovranno obbligatoriamente contenere le seguenti informazioni in cinese mandarino: nome del prodotto, peso netto, ingredienti, additivi, termine minimo di conservazione, modo di conservazione e di stoccaggio, istruzioni per l’uso del prodotto, luogo di produzione, contatti dell’esportatore e del distributore.

Per quanto riguarda, infine, le sanzioni derivanti dalla violazione delle regole di sicurezza o in tema di aggiunta di additivi non approvati o di altre sostanze dannose per la salute, la legge prevede che il trasgressore debba pagare una multa pari al prezzo del prodotto moltiplicato per 15-30 volte. Nel caso in cui il consumatore subisca un danno, potrà richiedere al produttore (che risponderà in solido con il distributore e l’importatore) una somma a titolo di compensazione pari al triplo del valore della perdita subita e comunque per un importo non inferiore a 1000 RMB. Se la condotta determina anche un grave danno alla salute, il soggetto responsabile sarà chiamato a risponderne anche in base alla Tort Law cinese e potrà essere assoggettato ad una pena pecuniaria per la quale non è prevista una cornice edittale massima.

Se il cibo contraffatto o prodotto in dispregio delle norme igieniche arreca un danno grave alla persona, il produttore sarà chiamato a risponderne anche penalmente e potrà essere condannato – a seconda della gravità delle conseguenze che sono derivate al consumatore – ad una pena della reclusione che va da 3 anni fino all’ergastolo; inoltre è prevista la sanzione amministrativa della revoca della licenza per produrre o per vendere cibi.