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La tecnologia italiana è ogni anno sempre più presente all’estero come sinonimo di qualità e di opportunità di sviluppo.

La tecnologia italiana è ogni anno sempre più presente all’estero come sinonimo di qualità e di opportunità di sviluppo.

Dal 21 al 23 aprile si è svolta la quarta edizione della Fiera Internazionale della Tecnologia di Shanghai, ampiamente promossa dai ministeri del Commercio e della Scienza e Tecnologia di Pechino, l’ospite d’onore di quest’anno è stata è l’Italia.

Il tema di quest’anno è stato “Innovation Driven Developmente, Intellectual Propoerty Protection and Technology Trade Promotion”, in questa importante ricorrenza sono intervenute diverse aziende del “bel paese” tra cui: Ansaldo Energia, Finmeccanica, Italian Aerospace Network e un team di 30 ricercatori del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (MIUR) che presenteranno 12 progetti per la smart city. Presente anche una delegazione del Ministero dell’Ambiente, per discutere sulla cooperazione in materia ambientale tra Cina e Italia.

Vinitaly e Cina: i frutti di un ventennio di collaborazioni

Vinitaly e Cina: i frutti di un ventennio di collaborazioni

Durante la più recente edizione del Vinitaly gli operatori provenienti dalla Cina sono aumentati del 40%, frutto del continuo miglioramento dei rapporti tra quest’ultimo e l’Italia. Durante lo stesso Expo, i visitatori cinesi del padiglione “Vino: a taste of Italy” sono stati i primi per nelle presenze estere.

Shanghai-Verona, 12 novembre 2015. Vinitaly e la Cina, una liasion che dura da vent’anni e che si rinsalda in vista della 50^ edizione del Salone internazionale del vino e dei distillati, in programma dal 10 al 13 Aprile 2016, per la quale Verona fiere sta promuovendo una serie di incontri internazionali.

Quest’anno, dopo le iniziative di promozione del vino italiano verso i consumatori, il canale ho.re.ca e gli importatori a Chengdu, Shanghai e Hong Kong, ora si ragiona anche nel senso opposto per portare i primi produttori di vino cinese a Vinitaly 2016. «Con la Cina, negli ultimi vent’anni, abbiamo coltivato un rapporto di conoscenza e collaborazione che ci ha portato ad essere scelti come riferimento di Expo 2015 per il China Expo Road Show dello scorso anno – commenta il Direttore Generale di Veronafiere, Giovanni Mantovani -.  Da due decenni realizziamo numerose attività volte a far conoscere la peculiarità dei vini italiani frutto della straordinaria ed inimitabile biodiversità di oltre 540 vitigni. Un lavoro costante e paziente che ci ha consentito di incrementare del 40% la presenza di buyer e operatori provenienti dall’Impero Celeste nell’ultima edizione di Vinitaly e ha posizionato i visitatori cinesi al primo posto delle presenze estere del Padiglione VINO A Taste of Italy all’Expo. Non a caso, l’allestimento ha previsto, oltre l’inglese, anche l’utilizzo degli ideogrammi della lingua cinese. Un Padiglione richiesto da molti paesi e che, in accordo con il console d’Italia a Shanghai, Stefano Beltrame, porteremo nella capitale economica della Repubblica Popolare il prossimo anno per rafforzare ulteriormente la promozione e la conoscenza del vino italiano.» «La Cina sta facendo, con i suoi tempi e modalità, il medesimo percorso degli Stati Uniti d’America, che è diventato un primario paese consumatore di vino solo quando ha rafforzato il suo ruolo di paese produttore ed oggi è, per i vini italiani, il primo mercato di sbocco all’estero in valore – prosegue Mantovani -.  Ora i tempi sono maturi per ospitare anche i primi produttori di vino cinese nella nostra rassegna, in modo da rafforzare questo legame ed essere sempre di più l’hub di promozione e commerciale dei nostri vini verso la Cina     È in tale ottica e con questa filosofia che martedì scorso a Shanghai si è svolta la presentazione “Ripercorrendo la Via della Seta – il debutto dei vini cinesi a Vinitaly 2016”, nell’ambito del quale Vinitaly International ha stretto un accordo con la rivista professionale Wine in China Magazine, una delle più rinomate del settore, che prevede, oltre la presenza, per la prima volta, di produttori di vino cinese al 50° Vinitaly (nel Vininternational Pavillion), anche delle iniziative collaterali, quali degustazioni, seminari e workshop sui prodotti e il mercato organizzati da Vinitaly International e la partecipazione di vini cinesi al Premio enologico di Vinitaly.

Le tre città più ricche della Cina: Pechino, Shanghai e Shenzhen

Le tre città più ricche della Cina: Pechino, Shanghai e Shenzhen

Secondo la lista redatta da China Business News, portale di economia cinese, queste sono le città dove si concentra la più alta crescita economica e la maggiore crescita nel paese. Il calcolo è basato sui saldi di deposito negli istituti finanziari, essi infatti si riferiscono all’ammontare totale del capitale e, di conseguenza, rappresentano l’indice di crescita economica.

Pechino e Shanghai si confermano essere entrambe le più ricche con un ampio vantaggio sulle altre regioni, infatti il loro capitale totale si aggira intorno ai 10 bilioni di Yuan (circa 1.5 bilioni di Euro).

I dati forniti dal Municipal Bureau of Statistics mostrano che i depositi tutti gli istituti finanziari nelle due città, in RMB e in valute straniere ammontano a 12,86 bilioni di Yuan per Pechino e 10,38 bilioni di Yuan per Shanghai alla fine del 2015. In crescita, rispettivamente di 1,52 bilioni e 1,33 bilioni rispetto all’inizio dell’anno. I depositi di Shenzhen, hanno totalizzato 5,78 bilioni di yuan, confermandosi come terzo motore economico del paese.

In termini di tasso di crescita dei fondi totali di capitale, crescono anche le città capoluogo delle province centrali della Cina, fra queste Changsha, Hefei, Wuhan e Zhengzhou. Il loro successo è da attribuire al fatto che queste città forniscono eccellenti risorse per l’educazione, le cure mediche, la cultura e la finanza, dettagli che le rendono molto attraenti per lo stazionamento di maggiori fondi.