Concluso storico accordo tra Italia e Hong Kong sulla doppia imposizione fiscale

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Concluso storico accordo tra Italia e Hong Kong sulla doppia imposizione fiscale

Reuters http://it.reuters.com/article/itEuroRpt/idITL6N0AJANC20130114?sp=true

MILANO, 14 gennaio (Reuters) – Il governo italiano e l’amministrazione di Hong Kong hanno siglato un accordo che evita le doppie imposizioni fiscali e consentirà al fisco di Roma di ottenere informazioni, anche di natura bancaria, sui contribuenti operativi ad Hong Kong.

Il protocollo si aggiunge ai circa 90 accordi bilaterali ratificati con l’Italia sulla base degli standard di trasparenza dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico.

Con l’accordo, spiega una nota del Segretariato ai servizi finanziari di Hong Kong, le tasse pagate dai cittadini italiani residenti ad Hong Kong saranno considerate un acconto rispetto all’aliquota italiana.

D’altra parte, prosegue la stessa nota, sarà evitata la doppia imposizione sugli utili delle imprese di Hong Kong che fanno stabilmente business in Italia. E lo stesso varrà per le società italiane.

“La nuova convenzione ha una duplice funzione: evitando la doppia imposizione dei redditi transfrontalieri fornirà un significativo impulso alle imprese del made in Italy operanti in Asia e, quale efficace mezzo di contrasto alla evasione fiscale, consentirà all’amministrazione fiscale italiana di ottenere le informazioni, anche di natura bancaria, sui contribuenti operativi ad Hong Kong”, si legge nella nota del ministero dell’Economia italiano.

Per il governo italiano, ad apporre la firma sull’accordo, che dovrà essere ratificato dal Parlamento, il ministro dell’Economia Vittorio Grilli.

Per l’Italia nel 2011 Hong Kong si posizionava al diciottesimo posto nella classifica dei partner commerciali extra-Ue. Dal 2007 al 2011 gli scambi bilaterali sono cresciuti al tasso medio annuo del 3,7%.

Secondo Invest Honk Kong, braccio italiano dell’ufficio commerciale in Europa dell’ex protettorato britannico, le imprese a capitale italiane che operano stabilimente a Hong Kong, una delle principali porte d’accesso al mercato cinese, sono circa 400, molte delle quali sono attive nel settore del lusso e della moda, come Armani e Prada che qui ha scelto di quotarsi.

“La doppia tassazione era un elemento estremamente penalizzante”, spiega a Reuters Stefano De Paoli, rappresentante italiano di Invest Hong Kong, secondo il quale l’intesa “potrebbe essere il primo passo per la rimozione di Hong Kong dalla lista nera dei paradisi fiscali”.

L’Italia, spiega De Paoli, è l’unico Paese al mondo, insieme alla Grecia, ad avere Hong Kong nella black list.

 

(Elvira Pollina)

 

 

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